La Pet Therapy accenni storici e generali

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  1. luca79liamstaff
     
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    La nostra complessa società definisce , finalmente il cane non più come un soggetto passivo al quale dare affetto o da utilizzare, ma una figura attiva dal quale ricevere affetto.
    La "Pet Therapy" non é una panacea, utile a risolvere tutte le malattie. Infatti non é sufficiente affiancare un animale a una persona sofferente per aspettarci il miracolo della guarigione. Una corretta applicazione della "P.T." non coinvolge solo un uomo e un animale, ma anche tecnici competenti del comportamento umano e quelli competenti del comportamento animale.
    Quindi gli interventi di "P.T." dovrebbero essere monitorati da una équipe seria composta da medici veterinari, psicologi, medici, educatori, ecc

    Comunicazione non verbale:

    Gli animali d'affezione, famigliari, sono quindi riconosciuti quali componenti essenziali di un rapporto equilibrato tra l'uomo e l'ambiente di vita. Tale principio è stato chiaramente enunciato e difeso in quella che si può oggi definire la "dichiarazione di Ginevra" (7° conferenza internazionale, 1995, Ginevra: "Animali, Salute e qualità della vita", nel corso dello quale sono stati presentati 5 principi fondamentali, vediamoli:

    1. Accettare il diritto universale non discriminatorio ad avere un animale domestico in tutti i luoghi e in tutte le circostanze, se I 'animale viene adeguatamente curato e non inficia i diritti dei non proprietari di animali.
    2. Prendere le misure più idonee per assicurare che l'ambiente umano sia pianificato e progettato in modo da tenere conto dei bisogni e delle caratteristiche degli animali da compagnia e dei loro proprietari.
    3. Incoraggiare la presenza regolamentata degli animali da compagnia nelle scuole e nei curricoli scolastici. Convincere gli insegnanti e gli educatori dei benefici prodotti do questa presenza attraverso appropriati programmi di addestramento.
    4. Assicurare l'accesso regolamentato degli animali da compagnia negli ospedali, case di riposo e altri centri di cura per tutti coloro che, a qualsiasi età, hanno bisogno di questo tipo di contatto.
    5. Riconoscere ufficialmente quali validi interventi terapeutici quegli animali che sono specificamente addestrati per aiutare le persone a superare limiti e disabilita; promuovere lo sviluppo di programmi per addestrare tali animali e assicurare che la conoscenza della loro capacità sia inclusa nell'insegnamento base delle professioni sanitarie e sociali.

    l’individuo organizza le proprie esperienze inferiori ed esteriori tramite le relazioni: ".... la relazione é sempre un prodotto della descrizione doppia." (G. Bateson). La relazione tra animale e uomo risale all’era Paleontolitica, infatti tracce di cane sono state ritrovate in una caverna di quell'epoca.

    Molto importante é anche il fatto che l'animale viene usato come "trasmettitore di messaggi", ovvero comunicazioni non verbali tramite messaggi di particolari eventi o situazioni. I messaggi che arrivano da un animale sono correnti tra loro da "una rete complessa". L'uomo comprende l'animale tramite una sorta di " puzzle", cioè egli formula delle ipotesi le quali vengono continuamente modificate dalle azioni dell'animale. "La comunicazione tra specie diverse é sempre una sequenza di contesti di apprendimento in cui ciascuna specie viene continuamente corretta quanto alla natura di ciascun contesto da azioni meno ambigue dell'animale......." (G. Bateson).

    (Wilson, 1987) la comunicazione é una azione che altera la distribuzione di probabilità dei comportamento in un altro organismo in modo adattivo per l'uno o l'altro o entrambi i partecipanti.


    Pet Therapy e handicap fisico:

    nell'aprile dei 1990 nasce l'AIUCA (Associazione Italiana Uso Cani d'assistenza), un'associazione che si occupa dell'addestramento di cani per aiutare disabili fisici nelle azioni del quotidiano.

    Nel campo dell'handicap fisico troviamo anche l'ippoterapia., nata alcuni anni fa allo scopo di "alleviare" e "aiutare" persone affette da handicap fisici o pluriminorati.


    L'ippoterapia si distingue in ippoterapia psicologico educativa e quella medica.

    Anche la "Pet Therapy" può essere usata con soggetti affetti da handicap fisici, molti studiosi affermano che l'uso del cane da compagnia aiuta anche il mantenimento dell'aspetto fisico. Lo spazzolare, lanciare la pallina, lavare il cane, ecc., sono tutte attività che chiedono un impegno motorio, decisamente più piacevole di un esercizio con un tutore imposto da uno specialista.

    "Pet Therapy" e gioco:

    l'attività ludica generalmente risulta essere un qualcosa di piacevole, aumentando il buon umore, sviluppando la socializzazione, rinforzando l’attività fisica.

    Anche gli animali, soprattutto se cuccioli, amano giocare molto e possono risultare degli ottimi compagni di gioco, là dove l’isolamento e la solitudine dominano.

    "Pet Therapy" e socializzazione:

    l’animale da compagnia risulta essere un perfetto tramite per lo sviluppo delle relazioni. Uscire al parco con il proprio cane é fonte di incontri, di discussioni, ecc.

    Sviluppo della responsabilità:

    alcune volte ci capita di portare a termine un compito assegnatoci con estrema superficialità, a causa di vari motivi, fretta, disinteresse.

    Il risultato spesso può essere negativo con anche delle conseguenze, più o meno dannose. Accudire una animale richiede invece una certa attenzione, una "responsabilità" che ci obbliga a svolgere il compito in maniera adeguata perché in questo caso le conseguenze del disinteresse potrebbero essere molto dannose.

    Affidare un compito del genere, ad esempio, ad un adolescente, aiuterebbe la sua crescita e a sviluppare il senso dei reali valori della "vita".

    "Pet Therapy", quali problemi?

    chi é interessato a questo mondo, e pensa di iniziare a conoscerlo meglio per poi proseguire oltre, non deve sottovalutare alcuni problemi:

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    * Non possono essere coinvolte certamente persone affette da fobie per gli animali.
    * Gli animali coinvolti come supporto alla "Pet Therapy" devono possedere delle precise qualità fisiche e caratteriali (livello di reattività molto basso alla presenza di altri animali o di altre persone o di gruppi numerosi, agli stimoli, soprattutto a quelli negativi), buona capacità di memoria, consequenzialità e direzione ecc. Gli animali devono essere accuditi in maniera adeguata e il ruolo del medico veterinario nei loro confronti è di garantirne la salute, eventualmente di individuare che nel proseguo delle varie esperienze i soggetti impiegati non abbiano a modificare in senso patologico il loro comportamento.
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    * Quando si utilizza un cane di grosse dimensioni è indispensabile assicurarlo. Se coinvolta una struttura pubblica o privata, bisogna lavorare con il personale che si occuperà del progetto stabilendo delle regole precise, valutando la loro reale motivazione e il grado di impegno.
    * Qualsiasi progetto deve essere monitorato da una équipe di tecnici, allo scopo di non iniziare un lavoro "fai da te" poco attendibile.

    Bibliografia essenziale:

    1.

    Natoli, E. 1997. Attività e terapie con l'ausilio di animali: quadro internazionale e stato dell'arte in Italia. ANNALI DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA'.
    2.

    "La Pet Therapy: gli animali e la salute dell'uomo", in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise "G. Caporale", giugno 1996.
    3.

    La Conferenza Internazionale sulle interazioni uomo-animale "Animals, Health and Quality of Life", settembre 1995.
    4.

    "Animali e uomini imparano insieme". PET MAGAZINE, novembre 1997.

     
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  2. Staffie
     
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    Grazie Luca della bellissima introduzione all'argomento.
    Nella spiegazione è racchiuso tutto quello che io ritengo sia l'avere un cane per una famiglia e tutti i suoi componenti.
    Molto esaurienti le spiegazioni e le motivazioni addotte nell'impiego del cane e nei realtivi "effetti" voluti sull'uomo.
    MI sorge però spontanea una domanda.
    Nella parte finale in cui si affrontano le problematiche legate alla pet therapy ed in particolare alle caratteristiche caratteriali che il cane deve avere, si parla di cani socievoli e poco reattivi nei confronti di altri animali.
    Si sa che la reattività nei confronti di conspecifici e non è una caratteristica dello staffy, questo quanto influenza la sua buona riuscita in questa attività?
     
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  3. luca79liamstaff
     
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    indubbiamente potrebbe essere un problema se il cane dovesse lavorare in coppia...o in gruppo con suoi simili per avere interazione...negli articoli che ho letto ce che spero di ritrovare per postarli infatti il molossoide in genere lavora solo..poi uno staffy da solo basta e avanza come reattivita'...:Dno?
     
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  4. Staffie
     
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    ah bhè in fatto di capacità di tener la scena lo staffy non è secondo a nessuno, quindi uno, come dici tu basta e avanza :D
     
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  5. staffydea
     
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    sottolineo e confermo :D aspetto con ansia di leggere gli articoli di cui parli :)
     
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  6. Staffie
     
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    con piacere vorrei postare una foto fortemente esplicativa di quello che un cane può fare
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  7. staffydea
     
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    che foto meravigliosa... bè chi li conosce veramente sa cosa sono in grado di fare e anzi, spesso si rammarica che la gente non riesca a percepire nemmeno un minimo di quello che sanno donare.
     
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  8. luca79liamstaff
     
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    amara verita'....eppur qualcosa si muove....staremo a vedere...;)
     
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  9. *Clio*
     
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    Splendida foto! :wub:
     
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8 replies since 27/3/2011, 12:52   113 views
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