Le Displasie Articolari

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    COSA SONO LE DISPLASIE DELL'ANCA E DEL GOMITO

    Sono le più diffuse malattie ortopediche su base ereditaria che affliggono molte razze canine durante la crecita.
    Possono essere caus di notevole disagio per il proprietario e di grande sofferenza per i soggetti colpiti, limitandone pesantemente l'attività e compromettendone gravemente la qualità di vita.
    La Displasia dell'Anca è una malformazione di questa articolazione, tal per cui, durante la crescita, si crea un gioco articolare eccessivo:
    la testa del femore non combacia più perfettamente con la cavità del bacino (cavità dell'acetabolo) che naturalmente la ospita, si deforma e l'acetabolo si appiattisce.
    Anche la displasia del gomito è una malformazione scheletrica del periodo dello sviluppo, tale per cui le tre ossa (radio, ulna e omero) che compongono questa articolazione crescono in modo disarmonico tra loro, ed asincrono in lunghezza.
    Il risultato è la comparsa di diverse condizioni patologiche, tutte accompagnate da dolore, zoppia e sviluppo di artrosi.

    LE RAZZE PIU' PREDISPOSTE

    Durante il loro sviluppo, praticamente tutti i cani posso soffrire di displasia dell'anca o del gomito. ma sono i cani appartenenti alle razze di media e grossa taglia (compresi i meticci), che per il loro peso e statura soffrono maggiormente a causa di questi gravi disturbi scheletrici.

    displasia dell'anca, razze e relativo tasso di prevalenza
    BULLDOG 73,6%
    DOGUE DE BORDEAUX 55,8%
    MASTINO NAPOETANO 48,3%
    SAN BERNARDO 46,9%
    CANE CORSO 40,1%
    TERRANOVA 25,3%
    ROTTWEILER 20,4%
    GOLDEN RETRIVER 20%
    PASTORE TEDESCO 19,1%
    LABRADOR RETRIVER 12,1%

    displasia del gomito, razze e relativo tasso di prevalenza
    CHOW CHOW 47,3%
    ROTTWEILER 40,7%
    BOVARO DEL BERNESE 28,8%
    TERRIER NERO RUSSO 27,5%
    TERRANOVA 24,7%
    DOGUE DE BORDEAUX 21,7%
    BULLDOG AMERICANO 19,5%
    PASTORE TEDESCO 19,4%
    GOLDEN RETRIVER 11,4%
    LABRADOR RETRIVER 11,1%

    LA CAUSA E' GENETICA

    le displasie si ereditano: si trasmettono cioè dai genitori ai figli e a trasmetterle non sono soli i cani visibilmente displasici, cioè malati.
    Possono farlo anche genitori che, pur essendo apparentemente sani, sono in realtà portatori nel proprio DNA di alcuni dei tantissimi (oltre 100) geni per la displasia e, dunque, sono potenzialmente in grado di trasmetterla alle generazioni future.
    I cuccioli appartenenti a razze a rischio possono considerarsi esenti (cioè liberi) da queste due malattie scheletriche solo quando le loro articolazioni sono normali e la displasia non si è manifestata nè in entrambi i genitori nè in tutta la loro parentela.
    Per questo motivo, è fondamentale che gli allevatori selezionino attentemente i soggetti destinati alla riproduzione, controllandone il profilo genetico e valutandone attentamente il maggior numero possibile di parenti e discendenti.

    I FATTORI DI RISCHIO

    La displasia dell'anca e la displasia del gomito sono malattie cosiddette multifattoriali.
    Alla predisposizione genetica possono cioè sommarsi altri fattori, che aggravano l'espressione della malattia displasica e/o ne accelerano il decorso.

    L'ALIMENTAZIONE
    Tra i fattori di rischio, un ruolo di primo piano spetta all'alimentazione.
    Per la displasia dell'anca, sono sotto accusa in particolare le diete ipercaloriche ed iperproteiche. regimi dietetici di questo genere provocano nei cuccioli, specie di taglia grande e gigante, un incremento del peso assai più rapido di quello previsto dallo standard di razza e, nel contempo, determinano un'accelerazione della crescita ossea, non controbilanciata da uno sviluppo proporzionale dei necessari supporti muscolari e legamentosi.

    OCCHIO AL CALCIO
    Nelle forme di displasia del gomito, il fattore nutrizionale maggiormente sotto accusa è il calcio.
    Diete eccessivamente arricchite con questo minerale possono infatti interferire con la corretta trasformazione e manutenzione delle cartilagini in accrescimento e, di conseguenza, ripercuotersi sulla crescita in lunghezza delle ossa del gomito.

    ALTRI FATTORI
    Altri fattori che possono aggravare una displasia sono:
    l'esercizio fisico esagerato, in soggetti ad esempio avviati troppo precocemente ad intense attività agonistiche o di lavoro; eventuali traumi, cui i cuccioli sono particolarmente esposti per loro naturale vivacità; Possibili malattie ossee concomitanti.

     
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    L'ARTROSI: UN'INEVITABILE CONSEGUENZA

    Displasia e artrosi sono tra loro profondamente legate.
    Con l'andar del tempo ed il continuo movimento, la conformazione alterata provoca, infatti, l'usura dei sottili strati di tessuto - le cartilagini - che rivestono e proteggono le facce ossee contrapposte di queste articolazioni. Ed è a causa dell'artrosi che accompagna la displasia che il cane comincia ad avvertire dolore, riduce la sua attività fisica, zoppica e fatica a muoversi.
    Nell'anca sana, la testa del femore, è rivestita da un cuscinetto lubrificato - la catilagine - che tiene separate le due ossa dell'articolazione, consentendo un movimento fluido, scorrevole e privo di usura.
    Nell'anca affetta da grave displasia, la cartilagine si usura, in certi punti scompare, così le ossa strisciano direttamente una sull'altra senza essere lubrificate, e finiscono per consumarsi e deformarsi.
    Questo provoca dolore e limitazione dei movimenti, sintomi che possono compromettere pesantemente la qualità della vita del cane, anche in giovane età.

    DISPLASIE: COME RICONOSCERLE

    I primi segni di displasia dell'anca possono comparire già all'età di 3-4 mesi.
    Nelle forme più gravi, quando cioè le teste femorali sono completamente disarticolate, i segni della malattia possono manifestarsi ancor più precocemente.
    Le sintomatologia è subdola e molto variabile.
    Il cucciolo può apparire semplicemente riluttante a muoversi, a saltare, a salire in macchina o sulle scale, a giocare con gli altri cani o a "fare le feste" stando in piedi sulle zampe posteriori.
    tutte le manifestazioni che, se sottovalutate o fraintese come atteggiamenti da cucciolo "pigro", e, dunque, non trattate precocemente, sono destinate a peggiorare, compromettendo gravemente la qualità di vita del nostro amico a quattro zampe. A causa dell'artrosi che verrà ad instaurarsi, il cane, sebbene ancora in giovane età, sarà costretto a macchinose manovre per alzarsi o sdraiarsi a terra. inoltre, nel tentativo di limitare il dolore a carico dell'articolazione, sposterà il peso sugli arti anteriori, oppure utilizzerà entrambe le zampe posteriori durante la corsa, con un andatura detta "a salti di coniglio".
    Anche per la displasia del gomito i primi segni d'allarme possono comparire precocemente, a 4-5 mesi di età, con zoppia, anche poco appariscente e saltuaria, accompagnata talvolta da rotazione esterna delle zampe e , magari, deviazione dei gomiti all'interno. attenzione, però, i cuccioli che zoppicano in maniera evidente sono solo l'apice dei soggetti affetti da displasia del gomito.
    Moltissimi cani possono presentarsi soltanto restii al movimento, con andatura rigida, innaturale, a piccoli passi: tutti segni che, purtroppo, nascondono spesso una displasia bilaterale, a carico cioè di entrambe i gomiti.

    COSA PUO' FARE IL PROPRIETARIO

    Un proprietario informato e consapevole è una pedina essenziale per prevenire queste displasie e controllare l'artrosi che ne deriva.
    Per garantire al proprio cane una buona qualità di vita, è bene applicare le seguenti regole.

    1. SCEGLIERE CUCCIOLI FIGLI DI GENITORI ESENTI
    Quando si decide di acquistare un cucciolo, specie se appartiene ad una razza predisposta alla displasia, è importante ad allevatori seri ed affidabili, che utilizzano riproduttori esenti da tali malattie.
    Per questo, FSA e CELEMASCHE gestiscono le centrali di lettura per la lettura ufficiale delle displasie dell'anca e del gomito del cane. Tali organismi valutano le radiografie dei soggetti impiegati per la riproduzione, verifica i segni radiografici delle due malattie ereditarie e rilasciano un apposito certificato, con valore ufficiale sul grado della displasia o sulla sua assenza. Quando acquistiamo un cucciolo è quindi importante richiedere all'allevatore copia di tale certificato riferito ai genitori del nostro nuovo cucciolo, anche se non c'è mai la certezza che tutti i cuccioli che hanno genitori senza displasia siano anch'essi liberi da questa malattia.

    2. FAVORIRE LA DIAGNOSI PRECOCE
    E' opportuno sottoporre il cucciolo, specie se appartiene ad una razza predisposta, ad una precoce visita ortopedica specialistica, a partire dalle 14-16 settimane per tutte le razze, e dalle 16-18 settimane per quelle giganti. Se necessario, è utile concordare con il veterinario di fiducia un controllo radiografico.

    3. REGOLARE L'ALIMENTAZIONE
    I cuccioli a rischio devono essere alimentati con diete appropriate, specificatamente formulate in base alla loro taglia, all'età, e al tipo di vita che conducono.
    In particolare, sono da evitare gli eccessi energetici e le esagerate integrazioni di minerali e vitamine. L'ipernutrizione, infatti si rivela un fattore di grave danno per le articolazioni in crescita: sia perchè il sovrappeso grava esageratamente sulle giunzioni in sviluppo, sia per gli squilibri di natura metabolica che l'ipernutrizione può provocare, a discapito della corretta trasformazione della cartilagine in osso.

    4. CONTROLLARE L'ESERCIZIO FISICO
    Il livelo ed il tipo di attività fisica devono essere adattati su misura allo stato delle articolazioni del cane in crescita.
    Cuccioli a rischio displasia dovrebbero evitare regimi di allenamento o impegni agonistici e/o di lavoro troppo intensi, in modo da ridurre l'uso eccessivo ed incontrollato delle fragili ariticolazioni in crescita.

    5. PREVENIRE L'ARTROSI
    Per aiutari i cuccioli predisposti alla displasia a ridurre il rischio di grave artrosi, sono utili i condroprotettori:
    sostanze che, se somministrate con razionalità, tempestività e costanza nei soggetti a rischio, consentono di proteggere e rinforzare la cartilagine.
    Così facendo i condroprotettori aiutano a ridurre la sviluppo dell'artrosi, o, se già presente, a limirtarne i danni e a ritardare la comparsa di sintomi evidenti (dolore, zoppia) ad essa correlati.
    In ogni caso, sarà il veterinario di fiducia a stabilire precisi protocolli di controllo dell'artrosi secondaria alla displasia, basati ad esempio sulla combinazione dei condroprotettori con il controllo dell'alimentazione ( e, dunque, del peso dell'animale), un'attività fisica regolare e, se necessario, una chirurgia correttiva di natura preventiva.

    6. SEGUIRE SEMPRE I CONSIGLI DEL VETERINARIO
    Diagnosticata la malattia, è necessario seguire scrupolosamente le indicazioni del veterinariop di fiducia, che adeguerà i piani di terapia all'età del cane ed alla gravità dell'artrosi di cui è portatore.

    fonte FSA ( Fondazione Salute Animale) e Innovet
     
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  3. Staffie
     
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    Ci tengo a precisare che non sono ancora riuscita a reperire materiale riguardante l'incidenza di queste malattie sulla nostra razza.
    Deduco che l'incidenza sia minima rispetto a tante razze, e nel caso di lievi displasie sicuramente la muscolatura molto sviluppata sopperisce molto bene, resta che senza una riproduzione selezionata e un valido studio anche su questo problema l'incidenza rischia di aumentare anche nello stafford.
    Spero di poter trovare altro materiale per meglio affrontare questo discorso anche per la nostra razza.
     
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  4. staffydea
     
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    interessantissimo post.... per quanto riguarda l'incidenza sulla nostra razza so che la percentuale è minima, ma anche che alcuni allevatori hanno iniziato a parlarne...
    te che dici staffie? è utile il controllo displasia anca/gomito nello staffy?
     
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  5. Staffie
     
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    mmmm che dire, sicuramente fare i test genetici e le lastre comporta una spesa non indifferente per l'allevatore, direi che si potrebbe procedere per gradi e puntare a debbellare le malattie come l2gha e la cataratt ereditaria, dato che l'incidenza della displasia è minore, e magari monitorare le cucciolate cercando di capire chi e in che grado trasmette la displasia.
    Certo che se si ha un soggetto di punta nell'allevamento è il caso di valutare oltre ai test genetici anche la lastra.
    Per soggetti con zoppie o sospetta displasia, direi che facendo la lastra aiuta a decidere se eliminare del tutto il cane dal piano riproduttivo.
    Insomma direi di procedere prima con le malattie che affliggono in maggior misura la razza per poi pensare di attuare una riproduzione selezionata, come per altre razze, con l'obbligo della lastra.
    E' impossibile riuscire a debellare tutto subito, soprattutto la dispalsia che come abbiamo visto è causata da un numero elevatissimo di geni.

    so che alcuni allevatori hanno gia lastrato uno o due soggetti del loro allevamento, questo è sicuramente un bellissimo gesto e sicuramente ci tornerà in parte utile in futuro, ma lo vedo unpo' misero, è come se io mettessi una maglia pulita su pantaloni calze e mutande sporche, la sanità di quel singolo cane risulterebbe irrilevante se poi venisse usato su cani non testati anche dello stesso allevamento, ciò non toglie che è comunque un buon inizio.

    Edited by Staffie - 26/9/2009, 16:09
     
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  6. staffydea
     
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    ok capito e quoto.... grazie della risposta!
     
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5 replies since 26/9/2009, 11:42   1173 views
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