Dogo Argentino

cacciatore argentino

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. staffydea
     
    .

    User deleted


    DOGO ARGENTINO


    image



    Origine
    Repubblica Argentina.

    Data di pubblicazione dello standard di origine in vigore
    29.01.1999.

    Utilizzo
    Cane da caccia grossa

    Classificazione F.C.I.
    Gruppo 2 (Cani di tipo Pinscher
    e Schnauzer
    Molossoidi, cani da
    montagna e Bovari
    svizzeri)

    Sezione 2.1
    Molossoidi, tipo dogo

    Senza prove da lavoro


    CENNI STORICI
    Questa razza è originaria della provincia di Cordoba, situata al centro della regione mediterranea della Repubblica Argentina.
    Fu creata dal Dr. Antonio Nores Martinez, un medico membro di un'antica famiglia indigena.
    Nel 1928, grazie alla sua passione per i cani, forse anche per tradizione familiare, fissò in uno standard l'aspetto caratteristico di questa nuova razza che chiamò Dogo Argentino.
    All'inizio incrociò metodicamente diversi cani di razza pura con l'antico cane da combattimento di Cordoba, un cane forte e vigoroso ma dal carattere ancora instabile e geneticamente mal definito. Questa razza locale ottenuta da incroci tra dei Mastini, dei Bulldog e dei Bull terriers era rinomata e fortemente apprezzata dagli appassionati di lotte tra cani;
    in quel periodo questi combattimenti erano molto popolari in tutte le classi sociali.
    Grazie a una selezione severa e a degli studi di carattere minuziosi, il Dr. Nores Martinez raggiunse lo scopo che si era prefissato ottenendo una prima famiglia dall'eredità stabile.
    Al principio fu considerato unicamente come cane da combattimento, ma il Dr Nores Martinez, essendo un cacciatore appassionato, impiegò questi cani in occasione di una delle sue abituali battute di caccia.
    I cani di questa nuova razza fecero allora mostra di una tale attitudine da divenire il centro d'interesse dei partiti di caccia.
    Fu così che divenne rapidamente un eccellente cane da caccia grossa.
    Nel corso degli anni si adattò ancora una volta a un nuovo compito divenendo un compagno nobile e leale, il protettore insuperabile dei suoi padroni.
    La forza, la tenacia, l'odorato molto fine e il coraggio lo designano come il migliore tra i cani da caccia al cinghiale, al pecari, al puma e ad altri predatori che infestano le vaste e diverse regioni del territorio argentino.
    L'equilibrio armonioso e l'eccellente muscolatura atletica lo rendono adatto a sopportare lunghe marce in qualsivoglia condizione atmosferica e a sostenere duri combattimenti con la preda che ha cacciato.
    Il 21 Maggio 1964 il Dogo argentino è stato riconosciuto dalla Società di Cinologia Argentina e dalla Società Rurale Argentina che gli ha aperto il suo libro delle origini.
    Il 31 Luglio 1973, grazie agli sforzi instancabili del Dr. Augustin Nores Martinez, fratello del creatore della razza, il Dogo argentino è stato accettato dalla Federazione Cinologica Internazionale (FCI) come prima e unica razza argentina.


    STANDARD

    image


    Aspetto Generale
    Molossoide di tipo normale, mesomorfo, dagli arti lunghi;
    pur non essendo un gigante la sua buona taglia resta media nelle proporzioni desiderate; aspetto armonioso;
    muscolatura possente che traspare attraverso la pelle solida ed elastica strettamente aderente al corpo grazie a tessuti sottocutanei non troppo lassi;
    l'andatura è calma ma sicura; è intelligente e le reazioni rapide ed agili sottolineano il carattere gioioso. è fedele ed affettuoso;
    il colore bianco è notevole; le attitudini fisiche ne fanno un vero atleta.

    Proporzioni Importanti
    Essendo un animale di medie dimensioni, nessuno dei tratti si allontana dal quadro generale armonioso e ben equilibrato.
    La testa è ugualmente di medie proporzioni e la lunghezza del muso è identica a quella del cranio.
    L'altezza al garrese corrisponde a quella della groppa.
    L'altezza del torace raggiunge il 50% dell'altezza al garrese.
    La lunghezza scapolo-ischiatica supera del 10% l'altezza al garrese.

    Carattere

    Gioioso, franco, amabile, non diffidente, abbaia poco perché ben cosciente della sua forza. Non deve mai essere aggressivo, tratto del carattere che deve essere attentamente tenuto sotto controllo.
    La naturale predisposizione a dominare, particolarmente marcata nei maschi, lo coinvolge continuamente in lotte territoriali con cani dello stesso sesso. Nella caccia è furbo e silenzioso, coraggioso e molto agguerrito.

    Testa
    Di proporzioni medie, la testa da un impressione di forza e potenza, senza angoli bruschi né fini cesellature.
    La linea superiore è leggermente concava-convessa: per il rilievo dei muscoli masticatori e della nuca, il profilo della regione cranica è convesso e il muso è leggermente concavo.
    La forte muscolatura da una forma arcuata all'attaccatura della testa al collo.

    Regione Cranica
    Cranio
    Massiccio, convesso nel senso anteriore-posteriore e trasversale.
    Le arcate degli zigomi sono molto sporgenti e formano una larga fossa temporale che permette uno sviluppo marcato del muscolo temporale. La protuberanza occipitale svanisce di fronte al grande sviluppo dei muscoli della nuca.
    Il solco centrale è leggermente marcato.

    Stop
    Mediamente marcato, trovandosi nel luogo di transizione tra la leggera concavità del muso e la convessità del cranio.
    Visto di profilo è ben definito grazie alla prominenza delle arcate sopracciliari.

    Regione Facciale
    Della stessa lunghezza del cranio.

    Tartufo
    Nero con le narici ben aperte.
    Leggermente proteso in avanti visto la leggera concavità del muso.
    Vista di profilo, la delimitazione anteriore del tartufo è dritta e perpendicolare rispetto al bordo anteriore del mascellare; può tuttavia essere posizionato più avanti di quest'ultimo.

    Muso
    Potente, un po' più lungo che alto, ben sviluppato in larghezza. Le facce laterali sono leggermente convergenti.
    Il muso è leggermente concavo, una caratteristica quasi esclusiva del Dogo argentino.

    Labbra
    Moderatamente spesse, corte e ben applicate. I bordi delle labbra sono di preferenza pigmentati di nero.

    Mascelle/denti
    Mascelle forti e ben tese, senza prognatismo superiore o inferiore.
    Le branche mandibolari convergono leggermente e regolarmente.
    La forza della presa delle mascelle è massima. I denti sono grandi, ben sviluppati, allineati in modo regolare, saldamente impiantati e di un bianco immacolato senza carie. Si ricerca una dentatura completa.
    La regolarità delle arcate dentarie è d'importanza fondamentale. Chiusura a tenaglia, chiusura a forbice ammessa.

    Guance
    Larghe, leggermente appiattite, esenti da pieghe, da rigonfiamenti e da cesellature. Ricoperte da pelle spessa.

    Occhi
    Da colore bruno scuro a nocciola, protetti dalle palpebre i cui bordi sono preferibilmente pigmentati di nero, senza che una depigmentazione parziale venga considerata difetto penalizzabile. Ben separati.
    A mandorla, sono posizionati ad altezza media.
    Nell'insieme la loro espressione è attenta e viva, ma può spesso divenire dura e implacabile, specialmente nei maschi.

    Orecchie
    Attaccate alte sulla testa, sono ben separate l'una dall'altra per la larghezza del cranio.
    Vista la funzione del cane alle sue origini, esse dovrebbero essere tagliate e portate dritte, di forma triangolare e di una lunghezza che non superi il 50% della lunghezza del bordo anteriore del padiglione dell'orecchio naturale.
    Se non tagliate sono di lunghezza media, larghe, spesse, piatte e arrotondate all'estremità.
    Il pelo è un po' più corto che sul resto del corpo. Possono presentare piccole macchie che non sono penalizzabili. L'orecchio naturale è portato cadente e ben applicato contro la parte posteriore delle guance. All'erta possono essere portate semierette.

    Collo
    Di lunghezza media, forte e dritto, ha buona muscolatura e di profilo presenta una linea superiore leggermente convessa.
    Ha la forma di un cono tronco. All'attaccatura con la testa la muscolatura forma una piegatura che nasconde tutte le sporgenze ossee di questa regione; si unisce armoniosamente con il torace formando una larga uscita d'incollatura.
    È coperto da pelle elastica e spessa che può scivolare liberamente sui tessuti sottocutanei, un po' più lassi che nel resto del corpo. Alla gola presenta delle pieghe non pendenti e lisce; questa caratteristica è fondamentale in vista delle attitudini funzionali del cane.
    Il pelo di questa regione è un po' più lungo rispetto al resto del corpo.

    Corpo
    La lunghezza del corpo, misurata dalla punta della spalla alla punta della natica, supera di circa il 10% l'altezza al garrese.

    Linea superiore
    Orizzontale. Il garrese e la punta dell'anca sono alla stessa altezza; essi sono i due punti più rilevati.

    Garrese
    Ampio e ben rilevato.

    Dorso
    Largo e vigoroso, con importante sviluppo muscolare che crea una leggera inclinazione in direzione della regione lombare.

    Regione lombare
    Solida e dissimulata dallo sviluppo della muscolatura lombare che forma un solco mediano lungo la colonna vertebrale.
    Un po' più corta del dorso e risale leggermente verso la groppa.
    Lo sviluppo muscolare nell'insieme delle regioni che formano la linea superiore disegna un profilo che appare talvolta avvallato, ma è una falsa impressione, e lo sviluppo completo della muscolatura dorsale e vertebrale nei cani adulti crea lo stesso effetto.

    Groppa
    Di lunghezza media, larga e muscolosa, le estremità dell'anca e della tuberosità dell'ischio sono appena visibili.
    La sua larghezza è uguale o un po' al di sotto di quella della gabbia toracica.
    Essa forma in rapporto all'orizzontale un angolo di circa 30°, il che determina un superiore leggermente inclinato fino all'attaccatura della coda.

    Petto
    Largo e ben disceso.
    La punta dello sterno si trova alla stessa altezza della punta della spalla (articolazione scapolo-omerale) e la linea inferiore del torace è a livello dei gomiti. Il petto è spazioso per offrire largo spazio ai polmoni. Le costole sono lunghe moderatamente curvate e si congiungono con lo sterno al livello della linea del gomito.

    Ventre
    Un pò rialzato in rapporto alla linea inferiore del torace, ma mai levrettato; vigoroso; i muscoli dei fianchi e del ventre presentano lo stesso buon tono.

    Coda
    Attaccata ad altezza media, forma un angolo di 45° con la linea superiore.
    A forma di sciabola, spessa e lunga, raggiunge i garretti senza superarli. A riposo è naturalmente cadente.
    In azione è portata un po' piu alta della linea superiore e batte continuamente da sinistra a destra.
    Al trotto è portata alla stessa altezza o un po' più alta.

    Arti Anteriori
    Nell'insieme presentano un tutto muscoloso ed osseo saldo e vigoroso ben proporzionato alla taglia del soggetto.
    Visti di fronte e di profilo sono dritti e paralleli.

    Spalle
    Alte e ben proporzionate. Molto robuste con muscolatura in rilievo, ma senza esagerazione.
    L'obliquità della scapola rispetto all'orizzontale è di 45°.

    Braccio
    Di lunghezza media e ben proporzionato all'insieme.
    È vigoroso, dotato di una importante muscolatura e forma un angolo di 45° rispetto all'orizzontale.

    Gomiti
    Robusti, ricoperti da una pelle un po' più spessa ed elastica che non forma né pieghe né rughe.
    Posizionati naturalmente contro la parete toracica.

    Avanbraccio
    Della stessa lunghezza del braccio e perpendicolare rispetto all'orizzontale.
    Ossa robuste e dritte, la muscolatura è ben sviluppata.

    Carpo
    Largo, situato nel prolungamento dell'avanbraccio, esente da escrescenze ossee o da pieghe cutanee.

    Metacarpo
    Leggermente appiattito, è dotato di una buona ossatura e presenta una obliquità di 70-75° rispetto all'orizzontale.

    Piedi anteriori
    Arrotondati con dita corte, solide e ben strette. I cuscinetti duri e carnosi sono ricoperti da una pelle nera e rugosa al tatto.

    Arti Posteriori

    Medie angolazioni.
    Nell' insieme i posteriori sono forti, solidi e paralleli;
    danno impressione della grande potenza che la loro funzione esige, poiché gli arti posteriori devono assicurare un impulso sufficiente e determinare il portamento tipico del cane.

    Coscia
    Di lunghezza ben proporzionata all'insieme, vigorosa, con muscoli visibili pienamente sviluppati.
    L'articolazione dell'anca forma un angolo di 100°.

    Ginocchio
    Situato sullo stesso asse dell'arto. L'angolo femoro-tibiale è di circa 110°.

    Gamba
    Leggermente piu corta della coscia, robusta, prolunga il buon sviluppo muscolare dell'arto.

    Articolazione del garretto e garretto
    L'insieme tarso-metatarso è corto, robusto e solido, assicura la forza di propulsione del treno posteriore.
    L'articolazione del garretto è solida e forma un angolo di circa 140°; la punta del garretto è ben visibile.
    Il garretto è saldo, quasi cilindrico e forma un angolo di 90° rispetto all'orizzontale.
    Se esistono gli speroni devono essere eliminati.

    Piedi posteriori
    Simili ai piedi anteriori;
    benché siano un pò più piccoli e leggermente più lunghi, ne hanno la stessa conformazione.

    Andatura
    Agile e sciolta.
    Non appena l'interesse del cane viene risvegliato l'andatura cambia notevolmente carattere: si rialza e le reazioni diventano rapide, il che è tipico della razza.
    Il passo è calmo; il trotto è allungato con una buona estensione degli anteriori e una spinta possente dei posteriori;
    al galoppo il cane mostra tutta la sua energia e sviluppa tutta la sua potenza.
    Le impronte dei quattro piedi sono parallele.
    I cani che camminano all'ambio non sono ammessi; questa andatura è considerata un difetto grave.

    Pelle
    Omogenea, un po' spessa, ma liscia ed elastica.
    Ben applicata al corpo, è abbastanza mobile grazie alla struttura semi-tesa dei tessuti sottocutanei;
    non forma pieghe notevoli, salvo nella regione del collo dove i tessuti sottocutanei sono piu lenti.
    Deve essere meno pigmentata possibile, anche se con gli anni la pigmentazione aumenta.
    Una pelle esageratamente pigmentata non è ammessa. Si preferiscono i soggetti nei quali i bordi delle mucose labiali e palpebrali sono neri.

    Mantello
    Pelo
    Uniformemente corto, liscio e piacevole al tatto, di una lunghezza approssimativa da 1,5 a 2 cm.
    La densità e lo spessore variano secondo il clima: in un clima tropicale il pelo, piu sottile e rarefatto, lascia trasparire le regioni pigmentate, il che non è un motivo di penalizzazione; in un clima freddo il pelo è piu spesso e fitto;
    la presenza di sottopelo è allora possibile.

    Colore
    Bianco puro.
    Attorno agli occhi si accetta una macchia nera o di colore scura;
    questa macchia non deve superare il 10% della superficie della testa.
    Tra i soggetti di pari qualità il giudice dovrà optare per quello il cui bianco è più puro.

    Taglia e Peso
    Altezza al garrese
    Maschi da 62 a 68 cm.
    Femmine da 60 a 65 cm

    Difetti
    Ogni scarto in rapporto a ciò che precede deve essere considerato un difetto e verrà penalizzato in funzione della sua gravità.

    •Sviluppo osseo e muscolare insufficiente (debolezza)
    •Tartufo non sufficientemente pigmentato
    •Labbra pendule
    •Denti piccoli, mal sviluppati o cariati; Dentatura incompleta
    •Occhi troppo chiari; Entropion o ectropion
    •Torace a botte o carenato
    •Costole piatte
    •Angolatura esagerata dell'arto posteriore
    •Garretto troppo lungo
    •Andatura atipica
    •Pigmentazione esagerata della pelle nei soggetti giovani
    •Presenza di piccole zone di pelo colorato
    •Nervosismo, squilibrio nervoso

    Difetti Eliminatori
    •Tartufo depigmentato
    •Prognatismo superiore o inferiore
    •Occhi blu o di colore diverso (eterocromia)
    •Sordità
    •Pelo lungo
    •Piu di una macchia di colore sulla testa; Macchie di colore sul corpo
    •Altezza inferiore a 60 cm e superiore a 68 cm
    •Aggressività
    N.B. I maschi devono avere i due testicoli di aspetto normale completamente discesi nello scroto.



    Edited by staffydea - 25/9/2009, 16:59
     
    Top
    .
  2. staffydea
     
    .

    User deleted


    bene adesso la parola all' esperto :D
    sarebbe interessante innanzitutto approfondire la storia....
    poi un bel commento allo standard, dire se nel corso degli anni la razza è andata incontro ad estremizzazioni e quali, se il carattere è rimasto immutato o, come in tante altre razze, è stata subita una "plasmazione" durante la selezione.....
     
    Top
    .
  3. dogo85
     
    .

    User deleted


    ciao ele bella sezzione :P

    innanzi tutto secondo me lo standard oggi in vigore non e corretto perche rappresenta molte caratteristiche del tipo mastinoide cosa che il dogo non deve avere l unico standard che seguo e quello del 1928 di ATONIO NORES MARTINEZ .

    la razza ne corso degli anni per colpa di allevatori senza scrupoli che allevano soltanto per vendere cani e andata incntro a un involuzione pesantissima che ha visto cani troppo pesanti con teste alanoidi o mastinoidi con corpi molto tozzi casse toraciche rotonde in poche parole il dovo sta diventando un perfetto cane da ( impatto ) cioe un cane che sebra potentissimo a prima vista ma che infondo sono cani che non servono a niente servono solo per i fanatici delle expo
     
    Top
    .
  4. Staffie
     
    .

    User deleted


    Grazie dogo della spiegazione, potresti postarci lo standard originario?! e magari farci un esempio con foto tra le due tipologie.....sarebbe molto interessante
     
    Top
    .
  5. staffydea
     
    .

    User deleted


    grazie ale della risposta... molto interessante :D
    bè che dire..... oramai un po in tutte le razze troviamo questi "problemi"......
    sarebbe utile poter confrontare, appunto, lo standard originario con quello attuale...
    cercando su internet avevo trovato qualcosa se non erro, anche un articolo molto dettagliato sulla storia...
    ma se tu hai materiale migliore ben venga....
    aspettiamo!!
     
    Top
    .
  6. 'ngino
     
    .

    User deleted


    ciao, questa discussione è molto interessante, lo dico perchè prima di arrivare in italia ho vissuto 3 anni in argentina, ho posseduto diversi dogo e spessissimo cacciavo con i vecchi dogheri:hector raul stinco(allevamento del mate),pedro jiulian, concito rodriguez, gonzaga detto el perro loco ed altri,grandissime persone, ottimi amici..e grandi bevitori di vino..avrò sempre un grandissimo ricordo di quelle esperienze..grazie per aver aperto questa discussione, mi sono tornate alla memoria grandi battute di caccia..dove si uccideva col pugnale, cinghiali, puma, pecari e maiali selvatici..
    ciao dogo, vedo che la pensi esattamente come me, io rifiuto totalmente lo standard attuale e spero che tu possa veramente selezionare grandi soggetti cacciatori e funzionali..ho visto le foto dei tuoi cani..otiimi esemplari, credo solamente che siano un pò leggerini a vederli in foto,in argentina cacciavamo con cani sui 38 kg, i tuoi credo pesino un filino di meno, sbaglio?
     
    Top
    .
  7. dogo85
     
    .

    User deleted


    ciao staffie per lo standard ce l ho sul computer appena lo trovo lo posto :) per quanto riguarda le foto posso postare quelle dell epoca dei primi dogo perche se posto un dogo moderno dicendo che e un elefante bianco mi denunciano subito :)

    ciao dea si postero le differenze tra i due standard posta anche iu tuo di materiale cosi magar mi aiuti un po con il lavoro sai sul mio pc c e un casino che meta basta :)

    ciao 'ngino ti ringrazio per i complimenti effettivamente i dogo che seleziono io sono un filo piu piccoli di quelli che si usano in argentina per il motivo che un cane grande nei roveti fa fatica ad entrare e il suo peso maggiore lo rende piu lento
    per quanto riguarda la caccia mi piacerebbe molto farmi un viaggio in argentina per cacciare il puma coi miei cani credo che darebbero ottimi risultati per quanto riguarda i tuoi compagni di caccia conosco di persona hecrtor raul stinco che si fa chiamare pajaro stinco :) e di fama pedro jiulian mentre gli altri 2 non li conosco il pajaro ha dei cani molto validi secondo me il miglior allevatoree argentino ricordo 3 dei suoi cani capataz del mate e criollo del mate e ojito del mate sono 3 cni a dir poco fuori dal comune dai raccontaci qualcosa sull argentina mi interessarebbe molto :)
     
    Top
    .
  8. staffydea
     
    .

    User deleted


    ale intanto complimenti per la passione.... spero vivamente che tu riesca ad ottenere i risultati che cerchi con il tuo metodo selettivo... ma quando c'è la passione metà dell'opera è gia stata compiuta!
    per quanto riguarda il materiale lo postero appena possibile... cmq non so quanto sia utile il mio! :P
     
    Top
    .
  9. Staffie
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (dogo85 @ 26/9/2009, 01:36)
    ciao staffie per lo standard ce l ho sul computer appena lo trovo lo posto :) per quanto riguarda le foto posso postare quelle dell epoca dei primi dogo perche se posto un dogo moderno dicendo che e un elefante bianco mi denunciano subito :)

    :D aspetto con impazienza ;)
    per quanto riguarda la giustificazione sulle dimensioni del dogo che selezioni la motivazione da te addotta è ottima, ma selezionando così non si rischia di discostarsi dallo standard originiario ottenendo invece del vecchio dogo semplicemente una selezione da caccia europea?
     
    Top
    .
  10. 3karmeliet
     
    .

    User deleted


    nn me ne vogliano gli amanti del dogo/caccia ...ma lo standard del dogo per me è giusto quello attuale...per l'esperienza che ho avuto a me piace solo quel tipo di dogo....senza nulla togliere ai bellissimi soggetti postati da d 85..!!!!!
     
    Top
    .
  11. staffydea
     
    .

    User deleted


    ho trovato questo resoconto storico sull' origine della razza.....

    STORIA DEL DOGO ARGENTINO
    Prima del 1900 Cordoba si presentava caratterizzata da un panorama sociale incerto, rendendola diversa dal resto del paese, che si preparava ad affrontare quella che in futuro sarà denominata "La Belle Epoque".
    Da un lato era possibile cogliere una società nobile, romantica, signorile, elegante, risultato del colonialismo spagnolo;
    dall' altro invece affiorava la brutalità, l' istinto della passione per la lotta ed il sangue che offriva la "Pelea De Perros" (lotta tra cani).
    Numerosi furono, infatti, coloro che si dedicarono ad allevare cani per poi inviarli al cruento sacrificio dei combattimenti, che spesso terminavano con la morte di uno o entrambi i concorrenti.
    Questi allevatori cercavano di ottenere esemplari adatti esclusivamente alla lotta. Le caratteristiche essenziali selezionate erano il coraggio di arrivare alla morte prima di darsi vinti, l' agilità, l' insensibilità al dolore causato dalle numerose ferite.
    Si arrivò alla creazione di una vera e propria macchina da guerra, indiscusso dominatore dei combattimenti, meglio conosciuto come Viejo Perro de Pelea Cordobà.
    Le gesta di questo furioso combattente, divenute oggetto di accese discussioni negli ambienti cinofili, non sfuggirono alle orecchie del Dr. Antonio Nores Martinez, un colto medico chirurgo, appassionato cinofilo e cacciatore che, però, lamentava come tale bravura, tale coraggio, tale efficienza nella lotta potessero sperperarsi in un atto tanto cruento quanto sterile: la lotta tra cani.
    Il Dr. Antonio, abile conoscitore delle leggi della genetica, decide così di trasformare il Perro de Pelea Cordobes in un sapiente cane da caza majorà;
    in poche parole, si apprestava a dar vita ad una nuova razza, all' altezza, secondo i suoi progetti, di combattere contro il puma, il cinghiale e tutta la grossa selvaggina che popolava la pampa argentina.
    Iniziò quindi ad organizzare i piani e ricercare la prima razza da incrociare.
    Un buon cacciatore, secondo Martinez, doveva avere come caratteristica essenziale indiscusse doti olfattive: era necessario un abile fiutatore del vento, capace di non smarrirsi tra le decine di piste che la pampa proponeva.
    La scelta cadde inevitabilmente sul Pointer.
    Il primo esemplare usato fu Zug de Tregoaza, importato dalla Francia dall' ingegner Miguel Arrambide. Il risultato di questo primo incrocio fu incoraggiante, la cucciolata ottenuta, infatti, era dotata di un finissimo olfatto. Antonio e suo fratello minore Agustin, ormai divenuto suo aiutante, erano sulla giusta strada.
    Agli esemplari ottenuti fu incrociato più tardi il Gran Danese (Alano) allo scopo di ottenere soggetti dotati di buona taglia con teste di una certa importanza.
    I risultati non furono però quelli sperati se non dopo l' inserimento in selezione di un gigantesco Alano, fornito da Don Carlos Cuadro del Viso, che contribuì in modo indicativo a stabilizzare la taglia.
    Per inseguire le prede nelle lande argentine era necessaria anche gran velocità.
    Ecco dunque che nella selezione fu coinvolto l' Irish Wolfhound. Il primo esemplare fu recuperato grazie alla collaborazione di un amico che, sposata una ragazza irlandese, ne aveva importato un esemplare. Quantunque quest' ultimo fosse una femmina, servì ugualmente allo scopo.
    Infatti incrociandola con un Alano si ottennero due soggetti che contribuirono in modo efficace alla selezione.
    Successivamente Agustin riuscì ad ottenere altri esemplari:
    un maschio di nome Max di Wolpourmil permise di conseguire progressi significativi.
    A questo punto era necessario individuare soggetti che fossero in grado di trasmettere forza al morso ed un petto ampio, in grado di ospitare polmoni dotati di grande capacita aerobica per consentire di affrontare lunghe corse.
    Estremamente adatti si rivelarono un Bulldog inglese, di nome John Bull di proprietà del dr Jose Arce, ed il Boxer, che con la sua vivacità ed intelligenza favori la capacita di assimilazione dell' addestramento permettendo un utilizzo anche in funzione di difesa.
    Il Bulldog fu però usato con parsimonia poichè gia utilizzato per il perro di Cordoba. Contributo sostanziale fu dato anche dal Bull terrier che conferì agli esemplari ottenuti insensibilità al dolore, tenacia nella lotta, intraprendenza e valore.
    Nell' intento di fissare definitivamente la taglia, i fratelli Martinez introdussero il Cane dei Pirenei. Questo si rese utile anche per fissare i caratteri del mantello, ma soprattutto diede al cane la capacità di adattarsi ad ogni clima e grande rusticità, elementi tipici di questa razza di montagna.
    Gli esemplari utilizzati furono importati dall' allevamento Mariole Butcher sito in New York. Questi ottimi soggetti, che portavano i numeri uno e due del Registro Genealogico Argentino, furono registrati con i nomi di Cote du Neige Pavan e Cote du Neige Van du Nortâ e soprannominati familiarmente da Agustin Napoleone e Giosefina.
    Il Dogue de Bordeaux ed il Mastiff, infine, contribuirono ulteriormente a dare potenza al morso, importanza alla testa ed esplosività alla muscolatura.
    Naturalmente questa lunga opera di selezione, vista la varietà di razze utilizzate, registrò qualche insuccesso.
    E' bene trattarne non solo per dovere di cronaca ma soprattutto per riuscire a comprendere pienamente quali furono le problematiche con le quali i fratelli Martinez dovettero confrontarsi.
    Il primo scoglio da superare si presentò con l' inserimento in selezione di Don Key
    (Bull Terrier). Esemplare che sfortunatamente trasmetteva come tara ereditaria la sordità.
    Questa arrivava a colpire anche sei cuccioli su otto per ogni cucciolata. I restanti due risultavano inutilizzabili giacchè, seppur non manifesta, la sordità era parte integrante del loro bagaglio genetico.
    Un altro inconveniente fu provocato dall' utilizzo di un Dogue de Bordeaux, non molto puro, ma dotato di eccellente carattere e tenacia tanto nella lotta quanto nella caccia al puma, il quale conferiva uno sgradevole colore giallastro al manto.
    Sebbene il Dr. Martinez considerasse positivo il contributo fornito da questo esemplare al morso, la frequenza con la quale si presentava il difetto al manto lo indusse a limitarne drasticamente l'impiego.
    Un contrattempo che si verificò con sistematica frequenza fu, infine, la riduzione della taglia, alla quale si ovviò ricorrendo all' immissione di sangue di Alano e Irish Wolf Hound.
    Si giunse quindi alla formazione di due linee di sangue primitive che diedero vita a due differenti famiglie di esemplari, rispettivamente la famiglia Araucana e Guaranà.
    Alla prima appartenevano soggetti molto aggressivi, imbattibili nella lotta al selvatico ma con un peso leggermente eccessivo rispetto alla taglia e un olfatto un poco più debole; della famiglia Guaranà facevano invece parte soggetti con maggiore resistenza nella corsa, migliori capacità olfattive e più adatti alla caccia in muta.
    Nel 1928 finalmente Antonio fu in grado di redigere il primo standard del Dogo Argentino.
    Nel 1946 presenta ufficialmente la sua razza presso il Club de Cazadores di Buenos Aires descrivendo così, nel corso della sua dissertazione, le caratteristiche salienti del Dogo.
    Deve in primo luogo seguire la traccia in silenzio, altrimenti la selvaggina si dileguerebbe;
    E' necessario, inoltre, che abbia un ottimo olfatto, ma che fiuti il vento e non la traccia, per non essere ingannato da piste vecchie.
    Deve essere agile, però lo più adatto al combattimento che non alla pura velocità, perchè il cinghiale, come il puma e il pecari, può essere raggiunto da qualunque cane che non sia troppo pesante. Deve, per ultimo, avere un coraggio che superi ogni altra sua qualità.
    Se si imbatte nel cinghiale o nel puma deve poterlo fermare da solo, anche se ferito, fino a quando gli altri cani o il cacciatore non arrivino a dargli manforte e se questi non dovessero sopraggiungere, deve poterlo uccidere da solo. Io considero la fierezza e il coraggio le qualità fondamentali della razza, perchè da noi, nei nostri monti impenetrabili, non serve che i cani si limitino a segnalare la selvaggina, se a essa rimane la possibilità di allontanarsi nella macchia; E' necessario che la attacchino immediatamente e la tengano ferma.
    Per quanto riguarda la taglia, dato il tipo di vegetazione che normalmente troviamo nelle nostre foreste, è da preferirsi quella media; nella selezione però è meglio usare i soggetti di maggior stazza e peso in quanto il duro lavoro di campo e l' alimentazione povera, propria del cane da lavoro, naturalmente riducono le proporzioni dell' animale.
    Il coraggio è, continua Antonio, anche qualità indispensabile per il cane da guardia, funzione alternativa del dogo argentino, pronto a morire in difesa della sua casa e del suo padrone.
    Il 1955 segna l' inizio di un periodo oscuro per la storia del dogo a cui seguirà l' epoca della ricostruzione. Infatti, nel momento stesso in cui la razza cominciava ad essere conosciuta ed apprezzata due tragici eventi si susseguirono.
    Antonio Martinez, durante una battuta di caccia, viene tragicamente assassinato insieme all' amico don Esteban Gerich;
    la morte del Dr. Antonio produce desolazione in tutto il paese, specialmente a Cordoba dove il medico godeva di grande e meritato prestigio per le condizioni personali di uomo generoso e signorile, onorato professore, medico disponibile ed altruista, devoto padre di famiglia.
    Il fratello Agustin, intanto, dopo aver partecipato ad una rivoluzione, veniva imprigionato per motivi politici.
    Fortunatamente i duri anni di prigionia non minarono la passione per l' allevamento. Tornato in attività nel 1957, Agustin decise di porgere al fratello defunto Antonio il miglior omaggio che avrebbe potuto rendergli: continuare l' allevamento e la diffusione del Dogo Argentino.
    A Cordoba però era ormai impossibile reperirne anche un solo esemplare. Si rivolse quindi a vecchi amici e cacciatori della provincia de La Pampa, San Luis. Dopo aver acquisito degli esemplari provenienti dagli allevamenti di Santa Isabel e del Totoral, si trasferì ad Esquel dove riprese la ricostruzione della razza, iniziando nel frattempo, la dura battaglia per il riconoscimento ufficiale.
    Fu obbligato a reinserire in selezione nuovamente sangue di Pointer, Irish Wolf Hound, Cane dei pirenei. Negli anni che seguono il Dogo Argentino venne coinvolto in una rapida espansione, tanto da permettere finalmente la costituzione prima del Club del dogo di Cordoba (presidente onorario Agustin Nores Martinez) e successivamente di Esquel, Mendoza, Rosario e Buenos Aires. Nell' ambito di tali club si decise di organizzare un campionato interno di bellezza.
    Tra i soggetti partecipanti merita di essere ricordato il campione Tilcara.
    Nato il 7 Giugno 1973 questo splendido esemplare di ottima struttura e tipicità debuttò il 27 Ottobre 1973 risultando, a soli quattro mesi e mezzo, migliore di razza.
    Ad appena 10 mesi (Aprile '74) si consacrò Campione Argentino, cinque mesi più tardi (Settembre '74) conquistò il titolo di Gran Campione Argentino. Due anni dopo fu Campione Internazionale.

    Ma fu il 1978 l' anno che lo consegna alla storia; Tilcara riuscì a conquistare ciò che nessun altro cane argentino aveva ottenuto fino a quel momento, il titolo di Campione del Mondo.
    Si rivelò straordinario anche dal punto di vista riproduttivo basti pensare che 17 suoi figli e numerosi discendenti divennero campioni. Nel Luglio del 1973 il dottor Agustin Nores Martinez depositò quello che sarebbe divenuto, grazie al riconoscimento della Federazione Cinologica Internazionale, lo standard ufficiale del Dogo A argentino. Nel 1975 il Dogo oltrepassò i confini nazionali approdando per la prima volta anche in Italia, paese oggi divenuto la sua seconda patria, come confermano i risultati ottenuti a livello mondiale dagli allevatori Italiani.
    In tempi recenti (29.01.1999) la Federazione Cinologica Internazionale ha provveduto ad approvare il nuovo standard di origine, facendo chiarezza sulla dentatura, sull' altezza massima e sulle dimensioni della macchia della zona cranica.

    Edited by staffydea - 28/9/2009, 20:31
     
    Top
    .
  12. dogo85
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Staffie @ 26/9/2009, 09:55)
    CITAZIONE (dogo85 @ 26/9/2009, 01:36)
    ciao staffie per lo standard ce l ho sul computer appena lo trovo lo posto :) per quanto riguarda le foto posso postare quelle dell epoca dei primi dogo perche se posto un dogo moderno dicendo che e un elefante bianco mi denunciano subito :)

    :D aspetto con impazienza ;)
    per quanto riguarda la giustificazione sulle dimensioni del dogo che selezioni la motivazione da te addotta è ottima, ma selezionando così non si rischia di discostarsi dallo standard originiario ottenendo invece del vecchio dogo semplicemente una selezione da caccia europea?

    ciao staffie io seleziono cercando di stare nel mezzo dello standard originale cioe masc dai 35 ai 37 kg alti dai 62 ai 63 al garrese femmine da 32 a 34 kg adi altezza dai 60 ai 62 al garrese dovrei essere in pieno standard certo poi inj argentina si seleziona in modo diverso ( perl la caccia) perche si mettono cani un filo piu grossi con zampe un po pu slanciate per i vast teritori della pampas argentina che sono pianure immese con solo erba e piante di sottobosco molto facili per far lavorare i cani e ci sono solo alcuni bosci ma molto piu radi che in italia mentre in italia un bosco e molto difficile per un cane per via di roveti ecc

    CITAZIONE (3karmeliet @ 26/9/2009, 10:47)
    nn me ne vogliano gli amanti del dogo/caccia ...ma lo standard del dogo per me è giusto quello attuale...per l'esperienza che ho avuto a me piace solo quel tipo di dogo....senza nulla togliere ai bellissimi soggetti postati da d 85..!!!!!

    si ok tu preferisci questo tipo di dogo ma faresti un male prche il dogo e nato con delle misure e poi gli altri le hannjo cambiate a loro favore perche hanno incominciato a fare vari incroci e hanno alzato/ingrossato la razza
    e come se ti ico a me piace lo staffy pero lo voglio di 40 kg non ha senso ogni cane e nato per uno scopo e uno standard deve mantenere lo scopo per cui e nato e lo standar creato dal creatore

    CITAZIONE (staffydea @ 26/9/2009, 18:31)
    ho trovato questo resoconto storico sull' origine della razza.....

    STORIA DEL DOGO ARGENTINO
    Prima del 1900 Cordoba si presentava caratterizzata da un panorama sociale incerto, rendendola diversa dal resto del paese, che si preparava ad affrontare quella che in futuro sarà denominata "La Belle Epoque".
    Da un lato era possibile cogliere una società nobile, romantica, signorile, elegante, risultato del colonialismo spagnolo;
    dall' altro invece affiorava la brutalità, l' istinto della passione per la lotta ed il sangue che offriva la "Pelea De Perros" (lotta tra cani).
    Numerosi furono, infatti, coloro che si dedicarono ad allevare cani per poi inviarli al cruento sacrificio dei combattimenti, che spesso terminavano con la morte di uno o entrambi i concorrenti.
    Questi allevatori cercavano di ottenere esemplari adatti esclusivamente alla lotta. Le caratteristiche essenziali selezionate erano il coraggio di arrivare alla morte prima di darsi vinti, l' agilità, l' insensibilità al dolore causato dalle numerose ferite.
    Si arrivò alla creazione di una vera e propria macchina da guerra, indiscusso dominatore dei combattimenti, meglio conosciuto come Viejo Perro de Pelea Cordobà.
    Le gesta di questo furioso combattente, divenute oggetto di accese discussioni negli ambienti cinofili, non sfuggirono alle orecchie del Dr. Antonio Nores Martinez, un colto medico chirurgo, appassionato cinofilo e cacciatore che, però, lamentava come tale bravura, tale coraggio, tale efficienza nella lotta potessero sperperarsi in un atto tanto cruento quanto sterile: la lotta tra cani.
    Il Dr. Antonio, abile conoscitore delle leggi della genetica, decide così di trasformare il Perro de Pelea Cordobes in un sapiente cane da caza majorà;
    in poche parole, si apprestava a dar vita ad una nuova razza, all' altezza, secondo i suoi progetti, di combattere contro il puma, il cinghiale e tutta la grossa selvaggina che popolava la pampa argentina.
    Iniziò quindi ad organizzare i piani e ricercare la prima razza da incrociare.
    Un buon cacciatore, secondo Martinez, doveva avere come caratteristica essenziale indiscusse doti olfattive: era necessario un abile fiutatore del vento, capace di non smarrirsi tra le decine di piste che la pampa proponeva.
    La scelta cadde inevitabilmente sul Pointer.
    Il primo esemplare usato fu Zug de Tregoaza, importato dalla Francia dall' ingegner Miguel Arrambide. Il risultato di questo primo incrocio fu incoraggiante, la cucciolata ottenuta, infatti, era dotata di un finissimo olfatto. Antonio e suo fratello minore Agustin, ormai divenuto suo aiutante, erano sulla giusta strada.
    Agli esemplari ottenuti fu incrociato più tardi il Gran Danese (Alano) allo scopo di ottenere soggetti dotati di buona taglia con teste di una certa importanza.
    I risultati non furono però quelli sperati se non dopo l' inserimento in selezione di un gigantesco Alano, fornito da Don Carlos Cuadro del Viso, che contribuì in modo indicativo a stabilizzare la taglia.
    Per inseguire le prede nelle lande argentine era necessaria anche gran velocità.
    Ecco dunque che nella selezione fu coinvolto l' Irish Wolfhound. Il primo esemplare fu recuperato grazie alla collaborazione di un amico che, sposata una ragazza irlandese, ne aveva importato un esemplare. Quantunque quest' ultimo fosse una femmina, servì ugualmente allo scopo.
    Infatti incrociandola con un Alano si ottennero due soggetti che contribuirono in modo efficace alla selezione.
    Successivamente Agustin riuscì ad ottenere altri esemplari:
    un maschio di nome Max di Wolpourmil permise di conseguire progressi significativi.
    A questo punto era necessario individuare soggetti che fossero in grado di trasmettere forza al morso ed un petto ampio, in grado di ospitare polmoni dotati di grande capacita aerobica per consentire di affrontare lunghe corse.
    Estremamente adatti si rivelarono un Bulldog inglese, di nome John Bull di proprietà del dr Jose Arce, ed il Boxer, che con la sua vivacità ed intelligenza favori la capacita di assimilazione dell' addestramento permettendo un utilizzo anche in funzione di difesa.
    Il Bulldog fu però usato con parsimonia poichè gia utilizzato per il perro di Cordoba. Contributo sostanziale fu dato anche dal Bull terrier che conferì agli esemplari ottenuti insensibilità al dolore, tenacia nella lotta, intraprendenza e valore.
    Nell' intento di fissare definitivamente la taglia, i fratelli Martinez introdussero il Cane dei Pirenei. Questo si rese utile anche per fissare i caratteri del mantello, ma soprattutto diede al cane la capacità di adattarsi ad ogni clima e grande rusticità, elementi tipici di questa razza di montagna.
    Gli esemplari utilizzati furono importati dall' allevamento Mariole Butcher sito in New York. Questi ottimi soggetti, che portavano i numeri uno e due del Registro Genealogico Argentino, furono registrati con i nomi di Cote du Neige Pavan e Cote du Neige Van du Nortâ e soprannominati familiarmente da Agustin Napoleone e Giosefina.
    Il Dogue de Bordeaux ed il Mastiff, infine, contribuirono ulteriormente a dare potenza al morso, importanza alla testa ed esplosività alla muscolatura.
    Naturalmente questa lunga opera di selezione, vista la varietà di razze utilizzate, registrò qualche insuccesso.
    E' bene trattarne non solo per dovere di cronaca ma soprattutto per riuscire a comprendere pienamente quali furono le problematiche con le quali i fratelli Martinez dovettero confrontarsi.
    Il primo scoglio da superare si presentò con l' inserimento in selezione di Don Key
    (Bull Terrier). Esemplare che sfortunatamente trasmetteva come tara ereditaria la sordità.
    Questa arrivava a colpire anche sei cuccioli su otto per ogni cucciolata. I restanti due risultavano inutilizzabili giacchè, seppur non manifesta, la sordità era parte integrante del loro bagaglio genetico.
    Un altro inconveniente fu provocato dall' utilizzo di un Dogue de Bordeaux, non molto puro, ma dotato di eccellente carattere e tenacia tanto nella lotta quanto nella caccia al puma, il quale conferiva uno sgradevole colore giallastro al manto.
    Sebbene il Dr. Martinez considerasse positivo il contributo fornito da questo esemplare al morso, la frequenza con la quale si presentava il difetto al manto lo indusse a limitarne drasticamente l'impiego.
    Un contrattempo che si verificò con sistematica frequenza fu, infine, la riduzione della taglia, alla quale si ovviò ricorrendo all' immissione di sangue di Alano e Irish Wolf Hound.
    Si giunse quindi alla formazione di due linee di sangue primitive che diedero vita a due differenti famiglie di esemplari, rispettivamente la famiglia Araucana e Guaranà.
    Alla prima appartenevano soggetti molto aggressivi, imbattibili nella lotta al selvatico ma con un peso leggermente eccessivo rispetto alla taglia e un olfatto un poco più debole; della famiglia Guaranà facevano invece parte soggetti con maggiore resistenza nella corsa, migliori capacità olfattive e più adatti alla caccia in muta.
    Nel 1928 finalmente Antonio fu in grado di redigere il primo standard del Dogo Argentino.
    Nel 1946 presenta ufficialmente la sua razza presso il Club de Cazadores di Buenos Aires descrivendo così, nel corso della sua dissertazione, le caratteristiche salienti del Dogo.
    Deve in primo luogo seguire la traccia in silenzio, altrimenti la selvaggina si dileguerebbe;
    E' necessario, inoltre, che abbia un ottimo olfatto, ma che fiuti il vento e non la traccia, per non essere ingannato da piste vecchie.
    Deve essere agile, però lo più adatto al combattimento che non alla pura velocità, perchè il cinghiale, come il puma e il pecari, può essere raggiunto da qualunque cane che non sia troppo pesante. Deve, per ultimo, avere un coraggio che superi ogni altra sua qualità.
    Se si imbatte nel cinghiale o nel puma deve poterlo fermare da solo, anche se ferito, fino a quando gli altri cani o il cacciatore non arrivino a dargli manforte e se questi non dovessero sopraggiungere, deve poterlo uccidere da solo. Io considero la fierezza e il coraggio le qualità fondamentali della razza, perchè da noi, nei nostri monti impenetrabili, non serve che i cani si limitino a segnalare la selvaggina, se a essa rimane la possibilità di allontanarsi nella macchia; E' necessario che la attacchino immediatamente e la tengano ferma.
    Per quanto riguarda la taglia, dato il tipo di vegetazione che normalmente troviamo nelle nostre foreste, è da preferirsi quella media; nella selezione però è meglio usare i soggetti di maggior stazza e peso in quanto il duro lavoro di campo e l' alimentazione povera, propria del cane da lavoro, naturalmente riducono le proporzioni dell' animale.
    Il coraggio è, continua Antonio, anche qualità indispensabile per il cane da guardia, funzione alternativa del dogo argentino, pronto a morire in difesa della sua casa e del suo padrone.
    Il 1955 segna l' inizio di un periodo oscuro per la storia del dogo a cui seguirà l' epoca della ricostruzione. Infatti, nel momento stesso in cui la razza cominciava ad essere conosciuta ed apprezzata due tragici eventi si susseguirono.
    Antonio Martinez, durante una battuta di caccia, viene tragicamente assassinato insieme all' amico don Esteban Gerich;
    la morte del Dr. Antonio produce desolazione in tutto il paese, specialmente a Cordoba dove il medico godeva di grande e meritato prestigio per le condizioni personali di uomo generoso e signorile, onorato professore, medico disponibile ed altruista, devoto padre di famiglia.
    Il fratello Agustin, intanto, dopo aver partecipato ad una rivoluzione, veniva imprigionato per motivi politici.
    Fortunatamente i duri anni di prigionia non minarono la passione per l' allevamento. Tornato in attività nel 1957, Agustin decise di porgere al fratello defunto Antonio il miglior omaggio che avrebbe potuto rendergli: continuare l' allevamento e la diffusione del Dogo Argentino.
    A Cordoba però era ormai impossibile reperirne anche un solo esemplare. Si rivolse quindi a vecchi amici e cacciatori della provincia de La Pampa, San Luis. Dopo aver acquisito degli esemplari provenienti dagli allevamenti di Santa Isabel e del Totoral, si trasferì ad Esquel dove riprese la ricostruzione della razza, iniziando nel frattempo, la dura battaglia per il riconoscimento ufficiale.
    Fu obbligato a reinserire in selezione nuovamente sangue di Pointer, Irish Wolf Hound, Cane dei pirenei. Negli anni che seguono il Dogo Argentino venne coinvolto in una rapida espansione, tanto da permettere finalmente la costituzione prima del Club del dogo di Cordoba (presidente onorario Agustin Nores Martinez) e successivamente di Esquel, Mendoza, Rosario e Buenos Aires. Nell' ambito di tali club si decise di organizzare un campionato interno di bellezza.
    Tra i soggetti partecipanti merita di essere ricordato il campione Tilcara.
    Nato il 7 Giugno 1973 questo splendido esemplare di ottima struttura e tipicità debuttò il 27 Ottobre 1973 risultando, a soli quattro mesi e mezzo, migliore di razza.
    Ad appena 10 mesi (Aprile '74) si consacrò Campione Argentino, cinque mesi più tardi (Settembre '74) conquistò il titolo di Gran Campione Argentino. Due anni dopo fu Campione Internazionale.

    Ma fu il 1978 l' anno che lo consegna alla storia; Tilcara riuscì a conquistare ciò che nessun altro cane argentino aveva ottenuto fino a quel momento, il titolo di Campione del Mondo.
    Si rivelò straordinario anche dal punto di vista riproduttivo basti pensare che 17 suoi figli e numerosi discendenti divennero campioni. Nel Luglio del 1973 il dottor Agustin Nores Martinez depositò quello che sarebbe divenuto, grazie al riconoscimento della Federazione Cinologica Internazionale, lo standard ufficiale del Dogo A argentino. Nel 1975 il Dogo oltrepassò i confini nazionali approdando per la prima volta anche in Italia, paese oggi divenuto la sua seconda patria, come confermano i risultati ottenuti a livello mondiale dagli allevatori Italiani.
    In tempi recenti (29.01.1999) la Federazione Cinologica Internazionale ha provveduto ad approvare il nuovo standard di origine, facendo chiarezza sulla dentatura, sull' altezza massima e sulle dimensioni della macchia della zona cranica.

    ottio materiale dea complimenti sei ben fornita :) :) appena ho un po d tempo mi metto e posto un po di cose il fatto e trovarlo il tempo :)
     
    Top
    .
  13. staffydea
     
    .

    User deleted


    grazie ale!! sono molto curiosa ^^ aspetto con impazienza!!!

    CITAZIONE (dogo85 @ 29/9/2009, 02:25)
    e come se ti ico a me piace lo staffy pero lo voglio di 40 kg non ha senso ogni cane e nato per uno scopo e uno standard deve mantenere lo scopo per cui e nato e lo standar creato dal creatore

    bè su questo non posso che quotare ^_^
     
    Top
    .
  14. dogo85
     
    .

    User deleted


    :) :) grazie ele :)
     
    Top
    .
  15. skitz
     
    .

    User deleted


    sono contenta di aver trovato persone che la pensano come me..
    i miei dogos sono stati selezionati dal loro allevatore per la caccia.. cosa che farò anche io, mantenedno inalterato lo standard di martinez...
    a parer mio il nuovo standard è stato pubblicato e approvato solo ed esclusivamente per favori tutti i provetti allevatori (scusate l'ironia) che non riuscivano più a rientrare nelle caratteristiche del vecchio standard..
    vi parlo sia di temperamento che di fenotipo....
    sfortunatamente in italia e anche all'estero ci sono molti soggetti che, messi per esempio davanti ad un cinghiale, non hanno nessuna reazione.. come soggetti che a parer mio non sono elefanti, non sono dogos, sono semplici cavalli bianchi...
    c'è da ricordare che il nostro amato dogo era selezionato per la caccia e il combattimento (poi gli venne impedito l'accesso alle gare clandestine per ovvi motivi..)..
    con questo non mi piace incitare i combattimenti, assolutamente, ma vorrei fare una domanda: i dogo che ci sono adesso come mai otrebbero risucire bene a combattere o tantomeno cacciare???
     
    Top
    .
21 replies since 25/9/2009, 14:56   1412 views
  Share  
.