Herpesvirosi del cane

grave pericolo per la riproduzione

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  1. Staffie
     
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    L’Herpesvirosi del cane

    L’Herpes Virus Canino (CHV) è un virus responsabile di una patologia mortale nei cuccioli neonati e può costituire un grave problema nell’allevamento canino per i danni alla fertilità ed alla natalità, con conseguenti considerevoli perdite economiche per l’allevatore.

    Una diffusione mondiale
    Identificato per la prima volta negli USA negli anni sessanta, il virus è stato diagnosticato in tutto il mondo (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania, Belgio, Olanda, Irlanda, Svizzera, Australia, Nuova Zelanda). In Italia numerosi lavori, effettuati negli ultimi anni, ne hanno messo in luce l’ampia diffusione, con percentuali elevate di positività.

    Una patologia di gruppo
    L’infezione da Herpesvirus interessa principalmente i cani che vivono in collettività. In alcuni canili, si sono riscontrate sieropositività pari al 90% e nella metà (48%) degli allevamenti, dove erano presenti problemi di riproduzione, vi era un’elevata presenza di cani sieropositivi. Vi è quindi una stretta correlazione tra la presenza del virus (evidenziata mediante la ricerca anticorpale) e la comparsa di problemi riproduttivi, che possono assumere aspetti clinici differenti (infertilità, aborti, mortalità neonatale).

    Come si trasmette?
    L’Herpesvirus è in grado di trasmettersi facilmente da un cane all’altro e dalla madre ai cuccioli attraverso differenti vie di trasmissione:
    1. via oro-nasale
    2. via transplacentare
    3. via venerea

    Nei cuccioli, la contaminazione avviene essenzialmente durante il parto. Qualche ora o qualche giorno prima dello stesso, il virus si moltiplica nella mucosa vaginale della femmina infetta e il cucciolo si contamina quando attraversa il canale del parto. Può anche accadere che il cucciolo si infetti dopo il parto, tramite i secreti nasali emessi da adulti o da altri neonati.
    Il virus può persistere nel secreto nasale, nel secreto vaginale, nel secreto prepuziale e nello sperma. Negli adulti, quindi, la trasmissione può avvenire sia durante la monta sia attraverso un semplice contatto tra due soggetti. In un cane adulto è estremamente difficile identificare il momento in cui un cane si infetta: l’infezione ha infatti negli adulti un decorso inapparente, salvo poi manifestarsi in tutta la sua gravità quando la femmina sarà gravida.
    Altro aspetto fondamentale è la persistenza del virus nell’organismo per tutta la vita dell’animale: il virus resta allo stato di latenza, confinato nei gangli del trigemino e lombo-sacrali, e quando l’animale è sottoposto a stress (calore, accoppiamento, gravidanza, patologie intercorrenti, trasporti, immunodepressione, etc.) il virus torna a diffondersi e a circolare in tutto l’organismo. In questa fase l’animale è in grado di diffondere il virus e, se si tratta di una femmina gravida, il virus passerà ai feti, dove eserciterà tutto il suo potere patogeno.

    A seconda dello stadio più o meno avanzato di gravidanza in cui avviene la diffusione del virus, le conseguenze saranno:
    1. riassorbimento embrionale con conseguente infertilità
    2. aborti
    3. natimortalità
    4. mortalità dei cuccioli dopo il parto.
    Tale variabilità di fenomeni clinici è destinata a ripetersi in maniera irregolare per tutta la vita riproduttiva dell’animale causando quindi un danno protratto nel tempo. E’ d’altra parte evidente come questa variabilità costituisca un fattore che rende spesso difficile riconoscere i problemi sopraelencati come causati da Herpesvirus, con conseguente sottovalutazione della reale diffusione di questa patologia.

    Quali sono i sintomi principali?

    Si è già visto quale danno il virus possa determinare durante la gravidanza e come l’Herpes virus canino svolga un ruolo significativo tra le cause di infertilità nella cagna.

    La forma clinica più conosciuta e più caratteristica è certamente quella che colpisce i cuccioli nel periodo immediatamente successivo al parto (prime tre settimane di vita). La mortalità è elevata e spesso la diagnosi viene fatta quando tutta la cucciolata è colpita dal virus. In ogni caso la madre non presenta alcun segno clinico e la secrezione lattea è normale. Il quadro clinico è caratteristico con presenza di:
    1. anoressia: i cuccioli non succhiano più il latte materno,
    2. i cuccioli si disinteressano della madre,
    3. dolori addominali,
    4. feci liquide di colore giallastro,
    5. sintomi neurologici
    6. talvolta edema sottocutaneo, eritema e papule talvolta visibili a livello addominale.

    La maggior parte dei cuccioli muore in 24/48 ore, talvolta in maniera improvvisa senza alcuna sintomatologia. Nelle cucciolate colpite la mortalità si aggira intorno all’80%, nei casi più gravi si arriva alla perdita completa della cucciolata.

    La diagnosi

    La diagnosi clinica è possibile solo nella forma acuta con mortalità dei cuccioli neonati. In questo caso l’esame necroscopico evidenzia lesioni caratteristiche mentre la PCR consente di riscontrare la presenza del virus direttamente nei tessuti.
    Per evidenziare la presenza e la circolazione del virus in un allevamento la metodica consigliabile è quella sierologica, che evidenzia la presenza di anticorpi specifici nei soggetti adulti, maschi e femmine.
    Gli anticorpi compaiono nel cane adulto subito dopo l’infezione e persistono per un periodo di tempo piuttosto breve, attorno ai 2-3 mesi. Il riscontro di un titolo elevato di anticorpi permette quindi di stabilire non solo la presenza e la circolazione del virus nell’allevamento ma anche la recente esposizione dei riproduttori al virus stesso. In presenza di un dato di questo tipo, è probabile che nell’allevamento vi sia un danno, di gravità variabile e non sempre adeguatamente riconosciuto, alla fertilità e/o alla natalità sostenuto da Herpesvirus.
    L’apporto del Medico Veterinario è fondamentale in questa fase, al fine di poter inquadrare al meglio le problematiche realmente presenti nell’allevamento e di poter impostare le strategie più opportune per affrontarle.


    Terapia

    Non esiste un trattamento terapeutico specifico contro l’Herpesvirosi canina.

    La Vaccinazione

    Un passo fondamentale nella lotta contro i danni causati dall’Herpesvirosi negli allevamenti è stato ottenuto con la disponibilità sul mercato europeo di un vaccino specifico. La vaccinazione va effettuata sulla cagna nel corso della gravidanza, mediante due somministrazioni in momenti diversi, e va ripetuta, sempre con la doppia somministrazione, in occasione di ogni gravidanza.
    Il principio su cui il vaccino si basa è quello di vaccinare la madre per proteggere la cucciolata. Le due vaccinazioni determinano infatti nella madre una produzione di anticorpi rivolti contro il virus, che passano in elevata quantità nel colostro assunto dai cuccioli subito dopo il parto. I cuccioli risultano in questa maniera protetti dalla mortalità e dai sintomi clinici dell’Herpesvirosi in corrispondenza del periodo di massima sensibilità al virus, quello delle primissime settimane di vita.
    Il vaccino non presenta controindicazioni o rischi né per la madre né per i cuccioli e non veicola in alcun modo il virus intero negli animali vaccinati. L’efficacia del vaccino è stata confermata in campo in allevamenti infetti da Herpesvirus canino: nei soggetti vaccinati si è osservata tendenza al miglioramento della percentuale di gestazione e una riduzione significativa della mortalità complessiva dei cuccioli nel periodo precedente lo svezzamento.
    Resta fondamentale il ruolo del Medico Veterinario, operatore insostituibile nel campo della salute animale, per una corretta impostazione del protocollo vaccinale e per un accurato monitoraggio delle differenti problematiche riproduttive che possono coesistere nell’allevamento.

    Conclusioni

    I problemi d’infertilità di un allevamento hanno spesso origini differenti. L’Herpesvirosi ne costituisce una delle cause principali. Per individuare le ragioni della comparsa di Herpesvirosi in un allevamento è necessario effettuare indagini mirate e precise.
    La disponibilità di un vaccino rende possibile, per la prima volta, d’intervenire per impedire la mortalità neonatale indotta da questa patologia. Per maggiori informazioni rivolgetevi al vostro Medico Veterinario.


    A cura dell’ufficio tecnico Merial Italia

    Edited by Staffie - 2/6/2009, 22:03
     
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  2. Ykalissa
     
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    Non si legge niente a parte una "a" :P
    Mi interessa questo discorso ;)
     
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  3. Staffie
     
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    Ecco risolto :P
    Buona lettura :D
     
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  4. Ykalissa
     
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    Grazie infinite.
    Questo articolo mi è stato utilissimo. ;)
     
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  5. staffydea
     
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    molto interessante frà!
     
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4 replies since 27/5/2009, 12:51   40 views
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